POESIA PER UNA VECCHIA TRANS

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D. mi permette di fotografarle le mani

Alla tua faccia sfatta e agli artigli ben curati
abbini una Madonna delle Sante Capesante.
“Maria, pettina il mio Male in fondo al mare
nel dolore vivo dei sessantadue e passa!
Mancano tre anni e poi andrò in pensione.
Sto in attesa del miracolo nel ventre d’agonia.”

Monca sarà Morte, poiché tu già sei donna
in barba ai maledetti che usano la “O”.

“Ti pare alla mia età dover giustificare?”

In men che non si dica, tu piangi e ridi
e piangi sulla messa in piega del tuo Io.
Mi chiami per un tè al gusto nero kitsch.
Mi vuoi accoccolata nei minimi dettagli.
Dei tuoi Non Compleanni sono io l’Alice
che coglie pezzettini di magico biscotto
e cuoce le tue storie, e cuce i versi sparsi.

 

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Madonna delle Sante Capesante

 

Ma chi è questa persona?

“Sessanta e più anni di vita senza fissa dimora, poi la casa popolare e quel minimo di invalidità. D. è una transessuale non operata. D. ha il volto di un Elephant Man, ha lo sguardo frantumato dal silicone che sotto la pelle si è fatto cemento. Non può più mangiare, non può più muovere la bocca. Le parole escono dagli interstizi tra i denti neri e diventano nenia…”

A D. avevo regalato anche questo racconto:

I RACCONTI DEL CAPPELLO/Mostruosa

 

 

 

 

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