OGGETTI DI FAMIGLIA IN UN INTERNO – due scritture brevi

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LO SPECCHIO SPAGNOLO

Un sole che c’è da sempre ma non brucia i giorni lasciati a Milano, l’infanzia della quale mio figlio dice adesso “anche tu eri piccola”.

Sopra il muro rotondo stava appeso lo specchio spagnolo, souvenir di nozze isolane, che non ti ci potevi guardare dentro senza illuderti di somigliare a un disegno più grande di te, ricamato dal destino in costellazioni familiari.

A Torino, lo specchio spagnolo ha messo radici allungando i suoi raggi di casa in casa, di amore in amore. Splende immodesto e ancora integro sulla parete del mio cielo e dichiara: “Sei la più Tu del reame, ma più Tu di te stessa c’è il Senso al centro del riflesso”.

 

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IL BARATTOLO

Sulla mensola in alto, la prima cosa ad attirare l’occhio entrando nella cucina del mago ai fornelli.
Gli odori, quelli, già messi in versi sparsi e metricamente corretti, contemporaneamente in danza con gli occhi.
Profumi anni settanta che non sono più ma stanno ancora
nella memoria olfattiva di tre generazioni.
Lui alla finestra, sempre. Lo si vedeva in attesa di noi
sin dalla strada.
Le bretelle a tener su quei pantaloni e la scarpa grossa, nera – il piede incastrato dentro una roccia, nel magma pietrificato della malattia infantile.
Ci salutava con la mano decretando la giusta cottura per la faraona, regale caduta in battaglie già perse prima di poter gridare.
Nessuno ci pensava, allora, agli animali d’allevamento.
A noi bambini ci tiravano su con le corse nei prati e quante belle figlie Madamadore – che il Re D’oro è – e le cineserie dello zio erano fini fatture Made in PRC. Lo zio che non dava segni di vita dalla via mediorientale e la foto di lui con i piedi nel fiume in India, o in Siria, per me era lo stesso.
A tavola, gridava il nonno, e tutti dietro con la faccia di Pertini nel televisore.

Nel barattolo c’è il Sale, nel barattolo c’è l’oggi di ieri.
Non ha data di scadenza la memoria, se da un’immagine viva estraggo parole liquide, inchiostro che difficilmente sta nei margini e sogna nuove storie tra le righe disegnate da un’eredità d’amore.

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